indicazioni vintage per appassionati ;-)

STRUMENTI E MATERIALI

E’ impossibile fornire indicazioni sugli strumenti e i materiali che si possono utilizzare e trovare in commercio. In queste pagine quello che ho usato io all’inizio, prima del digitale. Alcuni di loro oggi sono veramente obsoleti. Altri sono stati, purtroppo dimenticati. Il resto è curiosità, ricerca, passione e tra l’altro qualsiasi negozio ben fornito può fornire cataloghi illustrativi per chiarimenti maggiori.

La carta
E’ il supporto per eccellenza. Bianca o colorata, liscia o ruvida, opaca o trasparente, leggera o cartoncino………
Per il disegno geometrico, tavole dove, dopo il disegno a matita si ripassa a china o dove c’è un notevole via vai di righe e squadre è consigliabile usare fogli piani già tagliati –esistono fino al formato 70x100-. Devono essere lisci e di una grammatura non inferiore ai 90 g.mq. Non so se sono ancora in commercio ma la KARAT faceva degli ottimi fogli, ideali per i disegni ripassati a china. I più abili riuscivano persino a “slamettare” i piccoli errori a china. Anche Fabriano (F4) è una buona carta. Un po’ troppo bianca per i miei gusti. Altro produttore, che tra l’altro produce delle fantastiche carte colorate è Canson. Costano più delle altre. Specifiche per il disegno di architettura sono la carta da schizzi o da spolvero cioè carte opache o semiopache adatte nelle fasi preliminare in quanto è possibile utilizzare anche il colore. Per gli esecutivi è necessario utilizzare carte trasparenti, come la carta da lucido, il poliestere o l’acetato. Queste carte consentono la riproduzione cianografica di copie con fondo perfettamente bianco. Carta da schizzi o spolvero sono vendute generalmente in rotoli, (L= 20 metri ed altezze variabili). La carta da lucido anche in blocchi di formato unificato.
Altri tipi di carte, soprattutto quando si usano tecniche “libere”, con colori liquidi dovranno essere necessariamente di elevata grammatura per evitare che si “imbarchino” e in genere la superficie dovrà essere ruvida. Per le matite colorate altrettanto. Per i pennarelli (pantone, stabilo, ecc) la carta dovrà essere liscia.

Disegnare a matita
Per il disegno si usano le mine, sono fatte di grafite, una forma di carbonio naturale, creatosi, come il carbone, in epoca preistorica, e sono graduate dalla 8B (la più morbida) alla 9H (se dovete disegnare sul ferro). La scelta della gradazione dipende da ciò che si deve disegnare e dal supporto. Cose a mano libera o simili su carta da schizzo richiedono mine morbide(2B, B, F, HB), finanche al 4B o 5B per tratti o ombre particolarmente decise. Per realizzare un disegno esecutivo sarà meglio scegliere mine più dure(H, 2H) che ci aiuteranno ad essere più precisi e a realizzare tavole più pulite. Le mine si trovano incorporate direttamente nelle matite di legno ed hanno un diametro di circa 2 mm oppure sono libere e devono essere messe all’interno di appositi portamine. In commercio esistono poi da diversi anni le “mine a capello” di diametro variabile da 0,3 fino a 1,4 che ci evitano la scocciatura di temperare. Tuttavia una matita appuntita o una mina ben temperata in un temperamine a campana e piuttosto dura, 2, 3H, non hanno rivali nella “pulizia” del segno. Così come sono inimitabili il "carattere" e la versatilità di una matita.

Disegnare a china
Lo scopo era quello di avere delle linee sempre dello stesso spessore. All’inizio era il Graphos: si metteva UNA goccia di inchiostro all’interno di un piccolo pennino che aveva la distanza calibrata tra le due alette finali e era poco soggetto alle variazioni di pressione della mano e la quantità di inchiostro che scendeva era sempre uguale. Poi la Rotring (da Rot Ring, l’anello rosso che è poco prima dell’impugnatura delle penne di questa casa produttrice) utilizzò per il pennino il sistema di una cannuccia cava con all’interno uno stantuffo e a monte un comodo serbatoio, con i grossi tratti, negli angoli, non reggeva il paragone col graphos. Gli spessori delle linee sono: 0,1; 0,2; 0,3; 0,4; 0,5; 0,6; 0,8; 1 e 1,2. Si tratta di penne delicate ed assai delicate sono quelle per le linee sottili, e che mal sopportano pause prolungate e quando la china si secca son dolori. Gli inchiostri di china possono essere in cartucce o in boccette di plastica o di vetro . La Pelikan faceva una serie di chine colorate dai colori brillanti . Non si possono usare le aniline perché troppo liquide.

Tracciare cerchi e archi e curve generiche
Si deve usare il compasso. Per il disegno tecnico si usa il compasso a balaustrino che è dotato di una ghiera regolabile che consente di avere raggi fissi. Alcuni sono dotati di una prolunga per cerchi di grande raggio. Per i cerchi con la china bisogna sostituire il puntale della matita con un adattatore sul quale avvitare la penna. Per le curve generiche, che non hanno bisogno di una costruzione geometrica si usano i curvilinee, con un paio di questi si fanno tutte le curve del mondo. In commercio si possono trovare anche curvilinee flessibili ma è molto difficile usarli e il risultato è spesso al di sotto di quel che ci si aspetta. Non si riescono inoltre a fare curve con raggi stretti.
Altro ausilio erano le maschere, ne esistono per tutti i gusti e consentono di ripetere più volte elementi di disegno tecnico (simbologie impianti elettrici, cerchi, ellissi, quadrati e triangoli, ecc.) o architettonici (arredamento, sanitari, ecc.)

Disegnare con riga e squadre
Righe e squadre possono essere di svariati materiali quali legno, metallo o plastica trasparente, il più delle volte sono graduate con i millimetri . Alcune righe sono dette a “T” e sono dotate di un goniometro e di un morsetto che fissa l’angolo scelto per avere la riga sempre con la stessa inclinazione. Le squadre sono di 2 tipi, entrambe con un angolo sempre retto e gli altri due reciproci e cioè 30°e 60°, oppure 45° e 45°. I goniometri sono strumenti semicircolari o circolari graduati che consentono di misurare i gradi degli angoli.
Uno strumento molto utile per lo studente: il parallelineo o
 parallelografo. Consente infatti di disegnare su di un normale tavolo. In pratica è una riga che scorre sul piano di lavoro con movimento parallelo controllato da cavi intrecciati e carrucole.
Con l'utilizzo del parallelografo il disegnatore può tracciare righe tra loro parallele. Con l'ausilio di squadre in appoggio alla riga del parallelografo si possono tracciare anche righe perpendicolari tra loro o con angolazioni dettate dalle squadre in uso. Il parallelografo può essere fissato su banco o su tavolo da disegno. Il parallelineo è uno strumento facilmente trasportabile e può essere fissato su qualsiasi tipo di tavolo avendo cura di porre le puntine da disegno che sostengono il filo al di sotto del piano per non rovinarlo. Per il lavoro a casa è molto pratico fissare il parallelineo su una tavola di legno tagliata a misura che può essere poggiata sopra un tavolo tutte le volte che si vuole disegnare; questo evita di dover ripetere ogni volta le operazioni di fissaggio del parallelineo. (Consiglio di: Mario Docci “Teoria e pratica del disegno” Edizioni Laterza)

proiezioni ortogonali

  • Le Proiezioni Ortogonali costituiscono un metodo ANALITICO del disegno tecnico che permette di analizzarela forma di un oggetto nelle sue varie vistr (le principali sono dall'alto, di fianco, di fronte).
  • L'oggetto da rappresentare viene disposto nello spazio con le facce parallele (non obbligatoriamente) ai tre piani di proiezione (P.O., P.V., P.L.), che sono tra di loro ortogonali, le tre viste si ottengono proiettando perpendicolarmente  tutti i punti che costituiscono i contorni dell'oggettto sui piani di proiezione.
  • La pianta è la vista dall'alto che si ottiene dalla proiezione ortogonale dell'oggetto sul piano orizzontale (P.O.)
  • Il prospetto è la vista frontale che si ottiene dalla proiezione ortogonale dell'oggetto sul piano verticale (P.V.)
  • Il prospetto laterale o fianco è la vista che si ottiene dalla proiezione ortogonale dell'oggetto sul piano laterale (P.L.)
  • In ognuna di queste viste si possono individuare solo due delle tre dimensioni dell'oggetto per cui il metodo di rappresentazione è bidimenzionale 

assonometria

  • Le Proiezioni assonometriche (o Assonometrie) costituiscono un metodo sintetico del disegno tecnico che permette di avere la visione generale di un oggetto mediante una sola vista.
  • La parola assonometria significa che il disegno è riferito a tre assi cartesiani x,y,z, (aventi la stessa origine), sui quali vengono riportate le misurazioni;
  • L'oggetto da rappresentare viene disposto nello spazio in modo che tre suoi riferimenti siano disposti (o meno) secondo gli assi cartesiani; l'asse z è sempre verticale e serve per riportare le misure delle altezze, gli altri due sono inclinati diversamente secondo i tipi di assonometria e su di essi si riportano le misure delle lunghezze e delle profondità.
  • I tipi di assonometria più comuni sono:

- assonometria CAVALIERA

- assonometria ISOMETRICA

- assonometria MONOMETRICA

  • In una vista si possono avere le tre dimensioni dell'oggetto per cui il metodo di rappresentazione è tridimensionale su supporto bidimensionale.